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Storia

La storia la stiamo scrivendo insieme a voi

Il Negozio/Studio nasce nel 1940. Fondato da Giovanni Zatti, era uno spazio nel quale si vendevano antiquariato e mobili.

Giovanni Zatti, con la sua grande intelligenza ed umanità, ha fatto crescere l’attività negli anni del "boom italiano" fino ad aprire una filiale nella città di Verona.

Successivamente, Andrea Zatti, Designer e Interior Designer, ne implementa l’attività con i fondamentali servizi di progettazione ed ideazione, servizi che rendono unica ed esclusiva l’offerta alla Clientela.

Le nostre idee non omologate rendono uniche le vostre case o i vostri luoghi di lavoro e ci distinguono nel vasto panorama delle offerte.

Filosofia della Casa

Decalogo architettonico e di vita di Lebbeus Woods: (che noi condividiamo)
Resisti a quanto appare inevitabile
Resisti a qualsiasi idea con la parola algoritmo
Resisti all’impulso di disegnare forme blob
Resisti al desiderio di partire per Parigi, in primavera
Resisti al desiderio di trasferirti a Los Angeles, sempre
Resisti all’idea che l’Architettura sia un edificio
Resisti all’idea che l’Architettura possa salvare il mondo
Resisti alla speranza di ottenere quell’incarico importante
Resisti all’impulso di procurarti lavori
Resisti alla voglia di prendere la strada con minore resistenza
Resisti alla tentazione di parlare veloce
Resisti a chiunque ti chieda di progettare solo la parte visibile
Resisti all’idea di avere bisogno di un cliente per fare Architettura

Considerazioni sull’arredamento
Quattro,tre o... nessuna "Sia buona regola che non una sedia, sgabello o tavolino della stanza della servitù o della cucina abbia più di tre gambe, perché questa è stata l’inveterata e costante consuetudine di tutte le famiglie che ho conosciuto, e si dice che si basi su due motivi: primo, quello di mostrare che i servi si trovano sempre in una situazione traballante; secondo, si ritiene una prova di umiltà il fatto che le sedie e i tavoli della servitù abbiano almeno una gamba in meno rispetto a quelle dei padroni. Riconosco che è stata fatta eccezione a questa regola per quanto concerne la cuoca, alla quale è concessa per antica consuetudine una poltrona per schiacciarci un pisolino dopo pranzo: e tuttavia è raro che mi sia capitato di vederne con più di tre gambe. Ora, questa generale zoppicatura delle sedie della servitù viene attribuita dai filosofi a due cause le quali, è stato osservato, sono in grado di generare le più grandi rivoluzioni negli stati e negli imperi: intendo dire l’amore e la guerra. Lo sgabello, la sedia, o il tavolino, sono le prime armi che in genere si brandiscono nel corso di baruffe o di schermaglie; e a pace fatta le seggiole, se non sono molto robuste, sono esposte a patire il corso di un amorazzo, dato che la cuoca è in genere grassa e pesante e il maggiordomo sempre un po’ alticcio"

Jonathan Swift
Istruzioni ai domestici, 1745

Considerazioni sul presente
"Pensare il presente è difficile, perché il passato brilla ancora. Che bei tempi, prima che il cappuccino e il sushi e la rucola diventassero fenomeni globali. Molto prima che il peperoncino insaporisse la nostra insalata. Prima che l’avventura diventasse uno sport e che la natura diventasse uno spot. I bei tempi quando il metrò di Parigi sapeva di sigaretta e i loft erano riservati unicamente all’elite newyorkese. Prima che le cintura di sicurezza emettessero un bip quando non erano allacciate, e le spie venivano davvero dal freddo. Prima che in treno fosse proibito parlare al cellulare. Prima che chattare diventasse un aspetto del comportamento umano. I bei tempi in cui una persona su due non era un eroe, una su tre non era una vittima e una su quattro non era stressata. Prima che avessimo una identità on line. Prima che i numeri verdi fossero delocalizzati e spediti in Africa o in India. Prima che esistesse l’idea di guerra preventiva. Quando pensavamo che a Mosca non ci sarebbero mai stati miliardari. Prima che il beach volley e lo snowboard diventassero sport olimpici. Prima della cucina fusion e prima che l’azoto liquido fosse adoperato per fabbricare gelati istantanei. Prima che si potesse trovare un caffè espresso ad Amburgo o a Milwaukee. Quando la cucina tailandese era esotica e il colesterolo era una parola strana usata solo per giocare a Scarabeo. I bei tempi in cui la gente passeggiava sulla Luna e sotto le feste di Natale la neve ricopriva Londra per settimane. No, sono cose troppo lontane, non me le ricordo. Non sono mai accadute."

Philippe Parreno - Fonoglutammato

Considerazioni sulla casa
.....La cosa migliore delle partenze è il ritorno a casa..... Se ami casa tua- e perfino se non la ami particolarmente- non c’è niente di più intimo, confortevole e gioioso della prima settimana dopo il rientro. Durante quei giorni perfino le cose che di solito ti irriterebbero- l’allarme di un’auto alle tre del mattino; i piccioni che si ammassano tubando sul davanzale della finestra dietro il tuo letto, mentre cerchi di dormire- sembrano star lì a ricordarti la tua stabilità e il fatto che la vita, la tua, almeno, sarà sempre pronta ad accoglierti tra le sue braccia, per quanto lontano tu possa essere andato e per quanto tu possa averla trascurata. Quanto alle cose che ti sono sempre piaciute, durante quella prima settimana ti sembra di doverne celebrare la semplice esistenza, che si tratti del venditore ambulante di nocciole pralinate che risponde sempre al tuo saluto quando gli passi accanto facendo jogging; del sandwich con il falafel e i ravanelli sottaceto che compri spesso da un furgoncino in fondo all’isolato e che una notte, a Londra, ha popolato i tuoi sogni; dell’appartamento stesso, con il sole che lo illumina da un capo all’altro nel corso della giornata; dei tuoi oggetti personali, il cibo, il letto, la doccia, gli odori. E ovviamente c’è la persona dalla quale ritorni: il suo volto, il suo corpo, la voce, il profumo, il contatto fisico; il modo che ha di aspettare che tu finisca il tuo ragionamento, per quanto lungo possa essere, prima di parlare a sua volta; la lentezza con cui il sorriso gli illumina il volto, come la luna che sale nel cielo; la chiarezza con la quale dimostra che gli sei mancato, e che è felice di rivederti......

Tratto da "Una vita come tante" di Hanya Yanagihara - Sellerio Editore

Considerazioni sulla vita
"Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l’immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato. E’ un romanzo, nient’altro che una storia fittizia. Lo dice Littré, lui non si sbaglia mai. E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi. E’ dall’altra parte della vita."

Viaggio al termine della notte di Luis Ferdinand Céline (1932)